Durante gli anni suscita l’interesse di molte riviste specializzate in arredamento e design che lo lanciano come designer artistico attirando la curiosità dei collezionisti italiani, europei e degli Stati Uniti.
Non abbandona mai la pittura, che inizia a praticare da bambino, sino ad arrivare ad esporre i propri lavori, nei più importanti musei italiani ed europei e in famose gallerie, ricevendo diverse menzioni e premi.
Da sempre studioso della Pop Art americana, inglese, francese ed italiana (Johns Warhol, Rauchenberg, Hamilton, Blake, Rosenquaiest, Lichtenstein, Schifano…..)
La sua pittura è ispirata e dedicata agli artisti della Pop Art perchè nessuno come loro è riuscito ad avvicinare l’arte alla gente senza creare barriere, e che l’arte è presente anche in un imballaggio di cartone.
"Se c’è una sfida intrinseca nel gusto per la citazione, questa sfida è quella di utilizzare uno schema conosciuto e formalizzato e riuscire a scovarne un nuovo sviluppo. O inserirlo in un altro ed estraneo contesto e inventarne quindi una nuova dimensione. Questa sfida, forse inconsapevole, forse disarmata, è quella che disputa, e vince, il lavoro di Eugenio Rattà. Il quale attinge a piene mani dalla Pop Art e dal suo decennio d’oro (fine anni ’50 – fine ’60), ne condensa temi e tecniche, ne rincorre i modi e i generi, e alla fine adatta tutto questo bagaglio ad una sublime contraddizione, a quell’ ironico, solare, festoso gioco di rilanci e tentate vicendevoli prevaricazioni fra la sfera privata delle intime malie, e quella sfacciata chiassosa e sbrigativa delle mitologie contemporanee. Pittura timbrica e tesa, inserimento di materiali, ricorso al vero e proprio collage (con connessa depredazione di immagini da riviste, riproduzioni fotografiche, figurine e pubblicità ); e poi il forte carattere bidimensionale della rappresentazione, la trasfigurazione dei soggetti in pretesto pittorico, la connotazione stereotipa dei loro atteggiamenti, l’intento decorativo di motivi ed iconografie; tutto questo crea una geometria luminosa, una psichedelica sistemazione, che da un lato dà conto di un immaginario artistico esplosivo e ridondante, dall’altro vive la relazione problematica e critica con il mondo, con i condizionamenti collettivi, con le mille chimeriche sfaccettature che la realtà assume. Ed è proprio da questa connessione, che a ben guardare si rivela presto un raffinato attrito, che si trasmettono quella impressione ed atmosfera di impalpabile inadeguatezza, che sono la cifra originale e significativa nelle opere di Rattà. Fra utopie fantasie memorie e stato delle cose, le molte sollecitazioni pressanti ed in cerca di armonica convivenza nello spazio vitale di ciascuno, l’artista non nasconde il progressivo e rischioso scollamento, solo lo maschera di "glamourosa" levità, oppone una espansiva visione, scientemente naif, contro gli attuali devastanti modelli di comunicazione di massa, si diverte a irridere e decorare il mondo con i suoi stessi ritagli, i suoi stessi surplus, le sue stesse manie". (Francesco Giulio Farachi)
"Interni neutri al netto dello spazio le figure animate - inanimate, avvolte in giro tra vuoti architettonici e colore, più che una scena corale, mettono in evidenza immagini solitarie sature di colore.
Riesce con grande maestria a far recitare sullo stesso palcoscenico attori e cose di disparte fattura e colore, fa un pop scenografico, mette loro nella condizione di poter apparire nella miglior forma.
E' un cantastorie per immagini". (Arch. Angelo Lazzano)